Lettera a Repubblica di oggi, martedì 4 febbraio

by frb-editor 4 Febbraio 2014

Il sig. Mauro Montelli scrive questa lettera:

LETTERE

bologna@repubblica.it
Tifosi allo stadio

I tifosi che sabato sera si sono recati al Dall’Ara hanno assistito a due spettacoli: uno (desolante) sul campo, l’altro (avvilente) sugli spalti. La tifoseria bolognese, additata ad esempio per anni per la sua sportività, si è resa protagonista di atteggiamenti beceri e imbecilli che non possono passare inosservati fra la gente perbene o peggio ancora tra chi governa (politicamente) le regole del gioco. Il Bologna sta mestamente scivolando in Serie B e trascina con sé quella frangia di tifoseria che, grazie a questi atteggiamenti, non merita nemmeno la serie cadetta. Del resto se solidarizza con altre frange estreme (Nocerina) abbiamo già capito a quale categoria merita di appartenere.

Mauro Montelli

Vorremmo rispondere a queste accuse e lo facciamo con la lettera di Piero Cavallotti (Consigliere di Futuro Rossoblu) che speriamo venga pubblicata domani.

Desidero prendere spunto dalla lettera del sig. Mauro Montelli, pubblicata il 4 febbraio, per esprimere alcune riflessioni  a proposito di quanto avvenuto recentemente allo stadio Dall’Ara. Per  prima cosa vorrei segnalare che prima della partita, quei tifosi che hanno avuto atteggiamenti beceri e imbecilli (per usare le espressioni del sig. Montelli) durante la partita stessa, hanno raccolto fondi per le popolazioni del modenese colpite dall’alluvione; gli stessi tifosi beceri e imbecilli erano stati i primi a precipitarsi, insieme agli ultras del Modena (alla faccia di ogni rivalità e campanile), nelle zone colpite dal terremoto, per portare aiuto; e non si contano gli atti di disinteressata solidarietà che nel corso degli anni la curva Bulgarelli ha compiuto e compie nei confronti di singoli o gruppi di persone bisognose. Quando a fine 2010 il Bologna FC 1909 ha rischiato il fallimento, più di 4000 tifosi (beceri e imbecilli?) hanno pagato di tasca propria, alcuni anche a costo di sacrifici, per cercare di salvare la loro squadra.  Faccio una rivelazione che sconvolgerà il sig. Montelli e la gente perbene a cui fa riferimento e di cui lui evidentemente fa parte: molte, moltissime di queste persone sono quelle che sabato hanno tenuto gli atteggiamenti censurati dal sig. Montelli e che a suo avviso non meriterebbero nemmeno la serie cadetta.

Questa riflessione non vuole essere una giustificazione o un giudizio per quanto è avvenuto: io ero in curva sia durante la partita col Napoli, sia durante quella con l’Udinese e certi cori non li ho cantati e certi striscioni mi hanno trovato in disaccordo, così come ho cantato con entusiasmo altri cori e ho apprezzato altri striscioni. Però quello che voglio dire è che con le frasi fatte e con i luoghi comuni non si va da nessuna parte. Ma soprattutto non si va da nessuna parte con i giudizi tranchant del sig. Montelli. Il tifo in generale e la curva in particolare sono un caleidoscopio di emozioni, di eccitazione, di adrenalina che sale, un luogo e un momento in cui i sentimenti e le sensazioni normali vengono dilatate ed esasperate con progressione geometrica. Catalogare tutto questo per luoghi comuni e giudicare col machete come fa il sig. Montelli è un esercizio inutile che rivela superficialità e totale mancanza di conoscenza.

Piero Cavallotti

Componente il Consiglio Direttivo di Futuro Rossoblu

Aggiornamento, Repubblica di oggi 6 febbraio pubblica la lettera di Piero, ringraziamo per la disponibilità.

Tags: